venerdì 26 febbraio 2016

RIMBORSOPOLI CALABRA: AVVISO DI CHIUSURA DELLE INDAGINI PER 25 INDAGATI









Sono 25 i provvedimenti di avviso di conclusione di indagini nei confronti di indagati nell'ambito dell'inchiesta Rimborsopoli. Si tratta del gruppo più corposo di indagati per le spese pazze in consiglio regionale. L'ipotesi di accusa è peculato e falso. I politici destinatari del provvedimento sono: Giovanni Nucera (Reggio Calabria), Pasquale Tripodi (Reggio Calabria), Giovanni Franco (Reggio Calabria), Alfonso Dattolo (Rocca di Neto Crotone), Gianluca Gallo (Cassano Ionio), Giovanni Bilardi (Reggio Calabria), Carmelo Trapani (Reggio Calabria), Alfonsino Grillo (Vibo Valentia), Ferdinando Aiello (Cosenza), Giuseppe Bova (Reggio Calabria), Nicola Adamo (Cosenza), Giuseppe Giordano (Reggio Calabria), Emilio De Masi (Crotone), Domenico Talarico (Conflenti Catanzaro), Sandro Principe (Rende), Demetri Battaglia (Reggio Calabria), Pietro Amato (Borgia Catanzaro), Bruno Censore (Serra San Bruno), Mario Franchino (Montegiordano), Mario Maiolo (Cosenza), Carlo Guccione (Rende), Antonio Scalzo (Conflenti), Francesco Sulla (Cutro), Agazio Loiero (Santa Severina), Diego Fedele (Reggio Calabria). Secondo la procura di Reggio Calabria i soldi destinati ai gruppi politici nella decima legislatura del consiglio regionale della Calabria, dal 2010 al 2012, sarebbero stati utilizzati per spese inconferenti che non riguardavano l'attività istituzionale. I fondi sarebbero stati dilapidati in viaggi all'estero (Londra, New York, Montecarlo), set di valigie, pasti a base di champagne, lap-dance, regali in argento per matrimoni, gioielli per le amanti, 'Gratta e vinci', e acquisti al bar dell'aeroporto. Nella lista anche libri, bollette Enel e per cellulari e telefoni privati. I magistrati si sarebbe trattato di «un incontrollato utilizzo dei fondi del gruppo, in misura imponente, per spese ingiustificate» oppure «assistite da documenti di spesa palesemente falsi». L'annunciata conclusione delle indagini preliminari del troncone principale dell'inchiesta aveva fatto dare lo stop al rito immediato per gli ex assessori regionali Nino De Gaetano e Luigi Fedele, per l'ipotesi di una riunificazione davanti allo stesso collegio giudicante a Reggio.

Fonte:Il corriere della Calabria

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