giovedì 31 marzo 2016

É UN CALABRESE DI CIRÓ IL MEDICO RICERCATORE CHE IN AMERICA HA SCOPERTO IL SENSORE CHE RILEVA IL CANCRO

E' un calabrese il ricercatore che ha scopertoil sensore che rileva il cancro: la sua storia
Giuseppe Strangi



LA PROGNOSI dei pazienti oncologici dipende all’80 per cento dai tempi della diagnosi. Quanto più la diagnosi è tempestiva, tanto più le possibilità di guarigione aumentano.
Ecco perché la scoperta che arriva dal “Nanoplasm Lab” del Case Western Reserve University di Cleveland è rivoluzionaria: dopo tre anni e mezzo di studio il gruppo di ricerca ha sviluppato un sensore capace di rilevare il cancro ad uno stadio iniziale, un milione di volte più efficace delle tecnologie al momento disponibili. È un sensore con proprietà ottiche speciali, non disponibili in natura, che è risultato capace di identificare marcatori tumorali finora sfuggiti ad ogni rilevazione perché dal peso molecolare molto basso.
Il gruppo di ricerca che ha portato a termine la scoperta è guidato da un calabrese, Giuseppe Strangi, originario di Cirò Marina e da quattro anni professore ordinario di fisica a Cleveland.
Strangi si è laureato e ha conseguito il dottorato di ricerca all’Università della Calabria, con una parentesi di un anno in Colorado. Ad Arcavacata ha iniziato nel 2002 la sua attività, come postdoc e poi ricercatore.
Nel 2011 per il fisico calabrese arriva la chiamata da Cleveland e dalla Case Western Reserve University, ateneo che vanta 200 anni di storia e una prestigiosa scuola di medicina: a Strangi viene offerta la posizione di docente ordinario e la guida del “Nanoplasm Lab”, dove portare avanti ricerche, con il finanziamento del governo degli Stati Uniti, sulle nanotecnologie. Un incarico di prestigio, impossibile da rifiutare. Strangi, però, non ama definirsi un cervello in fuga. Semmai un brain in progress. «La ricerca non si fa nel chiuso di un laboratorio. Si fa in ambito multidisciplinare, con collaborazioni internazionali, conference call e archivi condivisi. Fare ricerca non è come costruire un palazzo. Se tiro su un edificio a Cosenza, so che saranno i cosentini a trarne beneficio. Nei laboratori di ricerca si costruisce invece per l’umanità intera. Io costruisco là dove le condizioni me lo permettono – ci dice al telefono il professor Strangi –, sapendo che i risultati raggiunti non si fermano davanti ai confini geografici. Non sono legato ad un posto, sono legato ad un’idea». Il legame con l’Italia, del resto, non è reciso. Giuseppe Strangi è membro dell’Istituto di Nanotecnologie del Cnr e nel 2013 ha ricevuto la chiamata diretta come professore associato dal Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria, dove al momento è in aspettativa. Entrambe le strutture – il Cnr e il Dipartimento di Fisica dell’Unical – hanno contribuito alla ricerca del “Nanoplasm Lab”, i cui risultati sono stati pubblicati nei giorni scorsi su “Nature Materials” e stanno avendo grande eco sulla stampa internazionale.
Il lavoro del gruppo di ricerca è partito dagli esiti attesi. «Al nostro laboratorio era stato chiesto di abbattere dei limiti fisici per individuare le molecole che il cancro secerne già in una fase iniziale e arrivare così ad una diagnosi precoce della malattia. Abbiamo studiato la barriera, individuato la strategia migliore per superarla e disegnato le proprietà che ci avrebbero consentito di abbatterla. Il sensore è stato realizzato da zero, perché non esiste nulla di simile in natura, utilizzando – spiega Strangi – metamateriali nanostrutturati con particolari proprietà ottiche».
Aperta la breccia in quella barriera, gli scenari che si aprono per la ricerca e la lotta al cancro sono straordinari. Il sensore è stato testato per ora sul cancro alla prostata, ma nei progetti pilota che stanno per partire, necessari per il brevetto, verrà sperimentato sui tumori del pancreas e del colon-retto. I cosiddetti tumori silenti, o indolenti per usare la terminologia statunitense, tumori tra i più letali proprio per la difficoltà che presenta in questi casi la diagnosi precoce. «Stiamo seguendo i protocolli statunitensi, per poter arrivare alla sperimentazione clinica – spiega il professor Strangi – ma contiamo di poter estendere il lavoro anche all’Europa, per l’interesse che sta suscitando tra gli oncologi».
A giugno della ricerca si discuterà anche in Calabria, a Cetraro, in occasione della NanoPlasm Conference, il congresso internazionale sulle nanotecnologie organizzato con cadenza biennale e presieduto dai professori Giuseppe Strangi, Roberto Bartolino, docente dell’Unical e dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Antonio De Luca, docente Unical e coautore del progetto.

fonte:maria f. fortunato per il quotidiano del sud.it

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