martedì 29 marzo 2016

DOVE SI CURANO I CALABRESI ? NATURALMENTE FUORI REGIONE

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Continuiamo ad occuparci di sanitá con le buone notizie che tardano ad arrivare se osservate con l'occhio del "Rapporto 2016 sul coordinamento della finanza pubblica" redatto dalla Corte dei Conti. Un dato su tutti dà il quadro della situazione di criticità in regione ed è la mobilità ospedaliera. Secondo i magistrati contabili, nel 2015 i ricoveri fuori regione in Calabria si attestano «su livelli particolarmente elevati», ed in aumento: il 20,1% rispetto al 19,3% del precedente esercizio.
Un altro indicatore, non meno significativo, delle carenze regionali è la misura dell'efficacia della rete dell'emergenza territoriale, riferito all'intervallo intercorrente tra la ricezione delle chiamate da parte della Centrale operativa e l'arrivo del primo mezzo di soccorso. Il tempo massimo dovrebbe essere inferiore o pari ai 18 minuti ma in Calabria si attesta sui 26 minuti. Insufficiente anche l'assistenza per le persone disabili e con problemi psichici: «Sempre nell'ambito dell'assistenza territoriale, il monitoraggio evidenzia una carenza generalizzata di dotazione di posti letti nelle strutture residenziali e semiresidenziali per disabili e nella dotazione di posti in strutture hospice (considerate insufficienti in Calabria, Campania, Piemonte). Risultano invece adeguati, con l'eccezione della Calabria, il numero di assistiti presso il Dipartimento di salute mentale».
Un dato positivo la nostra regione lo fa registrare – rispetto ai gravi deficit della media italiana – nel ricorso al taglio cesareo nei parti primari: 24,68%, poco al di sopra della soglia di riferimento del 20%.
Per quanto riguarda l'assistenza agli anziani «L'indicatore che misura la percentuale della popolazione ultra sessantacinquenne residente presa in carico da parte dei servizi di assistenza domiciliare integrata delle Asl e che tiene conto delle diverse modalità organizzative delle regioni, risulta nettamente insufficiente nel Lazio (0,8 rispetto al valore soglia di 1,8 per mille abitanti), in Campania (0,98), Puglia (1,59) e Calabria (0,31)».
Ma se la Calabria mostra parametri negativi rispetto all'assistenza domiciliare, per quanto riguarda l'offerta di strutture residenziali per anziani ha valori superiori alla media (7,4 per mille abitanti), insieme ad Abruzzo (7,1) e al Piemonte dove si raggiunge il 21,76.

alessia truzzolillo per corriere della calabria.it

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