Di Bruno Salvatore Lucisano
Mons.Francesco Oliva
Non conosco i contenuti della lettera che il vescovo di Locri Gerace, S. E. monsignor Francesco Oliva, ha inviato al premier Renzi; conosco invece la risposta del Presidente del Consiglio (che un sindaco ha voluto mandare “in fotocopia” su facebook), che rassicura il presule dell’interessamento della politica, e suo, in particolare, al problema dei ragazzi della Locride. Menomale, sono sicuro che in trenta/quaranta giorni la situazione migliorerà a vista d’occhio… di un cieco. Ci mancherebbe!
Ma c’è una lettera molto importante del vescovo, ed è quella inviata ai sindaci e ai politici della Locride. Mi voglio soffermare sulla parte che più mi ha colpito e che penso possa essere la chiave di (s)volta per questo lembo di terra, illuminato da Dio e sfregiato dagli uomini. Riporto di seguito la parte che m’interessa, e che spero v’interessi, e che voglio poi commentare:
“Carissimi sindaci, carissimi uomini della politica,
non abbiate paura di mettervi insieme e di lavorare in modo sinergico per portare a termine progetti che riguardano il territorio: lo sviluppo di un paese è legato a quello dei paesi vicini e di tutto un comprensorio. Smettiamola con la politica municipalistica, guardiamo il territorio non dal basso del campanile, ma dalla parte della gente. I problemi di questa terra, lo sappiamo bene, sono comuni. Da soli non si va da nessuna parte e si finisce vittime della burocrazia. Reagite ed indignatevi di fronte ad essa, fosse pure quella annidata nel cuore delle istituzioni democratiche. Non cedete mai alla tentazione della corruzione, che ha origine da una concezione bassa della politica e del bene comune. Dobbiamo riconoscere che la nostra Calabria (ed in particolare l’area della Locride) ha una sua precisa identità, che, se purtroppo è offuscata dalla malavita, non s’identifica con la ‘ndrangheta. É la bellezza delle sue spiagge, le sue fiumare, i suoi bei e ridenti colli, il suo clima meraviglioso, la fertilità della terra. È una terra da amare, non da maltrattare”.
Certo tra i “carissimi” il vescovo si è dimenticato delle donne della politica, ma non è un errore grave e forse manco un errore, ma quello che è interessante è dove lui chiede la sinergia e la collaborazione.
S.E. avverte che, da soli, non si va da nessuna parte: lo sviluppo di un paese è legato a quello dei paesi vicini!
Capito ballerini comunali? Capito uomini fasciati? Capito uomini politici di famiglia numerosa?
Niente campanili, e se lo dice il vescovo…
Poi osserva ancora: i problemi di questa terra, sono comuni. Forse ha dimenticato una “i” e voleva dire: i Comuni?
Perché c’è gente che si straccia le vesti per l’imminente legge che vuole in qualche modo “consorziare” i comuni sotto i cinquemila abitanti? Forse perché perdono privilegi ed interessi amministratori che invece di fare gli interessi della gente comune, di chi ha bisogno, fanno gli interessi di casa loro? Forse perché questa legge fa sparire dalla circolazione emeriti ignoranti che tengono la penna in mano per togliersi con l’astuccio il cerume dall’orecchio?
E poi e concludo, il vescovo scrive pure: reagite alla burocrazia, da soli non si va da nessuna parte.
E qui il vescovo dimentica (?) un’altra cosa importante che è quella che, con la scusa della burocrazia, gli amministratori inutili nascondo la loro dappocaggine!
É l’ancora di salvataggio tirata fuori nel momento del bisogno e nel momento in cui la burocrazia serve per nascondere la propria incapacità, la propria inettitudine a governare i paesi, questi paesi.
Dove “la bellezza del mare” è offesa dalle fogne a cielo aperto; “le fiumare” calpestate da gente indegna che scarica ogni genere di rifiuto e mai pulite; “i suoi ridenti colli” che non so cos’hanno da ridere; “la fertilità della terra” che nessuno zappa più; ed infine “il clima meraviglioso” l’unica cosa rimasta e che volevano avvelenare con il fumaiolo a carbone di Saline.
Almeno l’aria, quella i politici per ora non l’hanno deturpata. Anche perché, dato che qui si campa d’aria, un massacro non se lo sarebbero potuto permettere.
Mi scusi Eccellenza se prendendo spunto dalla sua lettera, ho scherzato un po’, del resto scherzano i politici con un gran stipendio e non lo possiamo fare noi, gratis? Perdono per i miei peccati, ma le sue raccomandazioni, seppur dettate da uno spirito religioso e buono, sono destinate a cadere nel vuoto: dell’inerzia e dell’incapacità, dell’ignoranza degli uomini che hanno governato e governano quest’amara Terra.
In una gara di piccoli club dove si corre per spartire l’ultimo piccolo malloppo rimasto. Dove i politici sono nominati dalle famiglie importanti, dalle famiglie massoniche e dalle famiglie mafiose, non già votati dal popolo.
Eccellenza preghi per noi, poveri mortali, i politici non ne hanno bisogno, più rubano più invecchiano!
Per: InAspromonte.it, Bruno Salvatore Lucisano,poeta e scrittore dialettale