lunedì 19 dicembre 2016

LA NOVENA DI NATALE AD OPPIDO ED IN CALABRIA





Un meticoloso studio a tutto tondo su una tradizione di eccellenza tra le tante che annovera il mondo aspromontano. Una rievocazione sul filo delle (poche) memorie e delle (tante) sovrapposizioni pseudoculturali che nel tempo hanno tentato di sommergere la novena natalizia, con la sua struggente magia di canti e suoni e di pathos sempre fresco nella sua storia antica. Don Letterio Festa ne fa con grande scrupolo storiografico e pedagogico occasione felice di riflessione sulla nostra identità in occasione della presentazione di un bellissimo cd di canti e pastorali nostrani eseguiti da tanti giovani appassionati del genere e dalla voce inimitabile di Salvatore Rugolo. Un cd che vale la pena procurarsi per custodire in tutte le case un piccolo pezzo di un mondo irrimediabilmente rovinato dal tempo ( Bruno Demasi)

 LA NOVENA DI NATALE A OPPIDO di don Letterio Festa
Come in tutti le Città ed i Paesi di Calabria, il Natale è da sempre, ad Oppido Mamertina, una delle festività dell’anno tra le più amate e attese. Un proverbio, diffuso in tutta la Piana, esprime la forza dell’attesa vissuta in preparazione alla festa e ricorda le tappe salienti che la precedono:

«Sant’Andria porta la nova
ca lu 6 è di Nicola,
a l’8 è di Maria,
a lu 13 è di Lucia,
a lu 25 di lu veru Missia!». 


Il tempo festivo si apre, infatti, con la Novena dell’Immacolata di cui si venera, nella Cattedrale, un prezioso simulacro ligneo, custodito nell’omonima cappella posta alla sinistra dell’Altare maggiore. Quindi il 6 dicembre, nella popolare e vetusta chiesa dell’Abbazia, si celebra San Nicola, antico Patrono della Città, a cui erano dedicate, già nella vecchia Oppido, le due Parrocchie cittadine, per poi passare nella chiesa di San Giuseppe dove si conserva una bella immagine di Santa Lucia, la Vergine e Martire siracusana la cui memoria liturgica ricorre il 13 dicembre.
 Il culmine delle festività natalizie si ha nella sera della Vigilia, vissuta come una festa di famiglia e conclusa con il solenne pontificale del Vescovo in Cattedrale. «Come nei tempi andati ancor oggi ad Oppido il Natale è la festa della famiglia: e dai paesi più lontani e perfino dalle Americhe, molti si recano in seno alla propria famiglia per la fausta ricorrenza. E spesso non v’è altro scopo del lungo viaggio, che quello di rivedere i congiunti e di sedere insieme a tavola la sera della Vigilia, fra la dolce commozione degli affetti famigliari. Nella Vigilia si mangia di magro ed il Cenone o il pranzo succulento di diciotto pietanze, in tutte le famiglie, viene imbandito di sera: zeppole e frittelle di ogni specie, pesce fritto e quanto di meglio offre la stagione e la borsa. Invece del tradizionale capitone, qui si fa molto uso del baccalà che si prepara in diverse maniere. In tutte le famiglie agiate si prepara il tradizionale cappone e si fa grande uso di torrone, di dolci, di vini e di liquori. Si gioca alle carte il “sette e mezzo” o alla tombola o alle nocciuole. E quando nella mezzanotte squilla la campana per la Messa, il popolo, conforme alle vecchie consuetudini, accorre numeroso in chiesa». Qui, ancora oggi come un tempo, il Vescovo «porta in processione il Santo Bambino fra canti, suoni, luci, spari, fiori e squilli di campane e di campanelli, per deporlo poi nella grotta del presepio»L’immagine del Bambinello, venerata nella Cattedrale oppidese, fu un dono di Mons. Giovanbattista Peruzzo, che resse la nostra Diocesi dal 1928 al 1932, e che lo fece giungere, «in fasce e in soffici trine» da Castiglione dello Stiviere, il paese d’origine di San Luigi Gonzaga, nel Natale del 1929.
 La particolarità più originale del Natale oppidese è comunque il ruolo di primissimo piano che in esso ha da sempre avuto la Musica. Nell’Ottocento, i Canonici del Capitolo intonavano il «Dormi, dormi benigne Iesu», accompagnati dalle voci argentine dei giovani Seminaristi. Altri canti avevano le parole del celebre Abate Giovanni Conia e la musica del Canonico Giuseppe Annunziato Muratore, compagno di studi di Bellini e Mercadante.
... Ma la più popolare ed amata espressione della festa è offerta, ieri come oggi, dalle chitarre, gli strumenti a fiato e le fisarmoniche del gruppo di Musicisti che anima il Natale in Oppido Mamertina e che ha la sua più caratteristica e bella manifestazione nei giorni della Novena.
 Questa pia pratica si svolge, da tempo immemorabile, nella chiesa Abbazia. La chiesa di San Nicola superiore o di San Nicola “extra moenia”, popolarmente detta “dell’Abbazia”, ha le sue origini nella vecchia Città di Oppido. Di questa chiesa e della Parrocchia annessa, abbiamo notizie documentate a partire dal tardo XVI secolo.
   Già il Vescovo Giuseppe Maria Perrimezzi aveva pubblicato, nel 1728, un imponente testo di preghiere e meditazioni di oltre 250 pagine, dal titolo «Sentimenti di divozione al Bambino Giesù» ma per diversi decenni si seguì come testo di riferimento per la Novena di Natale quello edito da Mons. Antonio Maria Curcio nel 1893.
... Ai nostri giorni, la Novena del Natale ha inizio, in Oppido, alle prime luci del mattino. Un grande fuoco viene acceso accanto ad un altrettanto grande ed artistico presepio, costruito lungo la facciata laterale esterna della chiesa, mentre il suono festoso delle campane accoglie i fedeli che numerosi si avviano per la celebrazione. Nel frattempo, già da un’ora prima, l’Orchestrina che animerà la messa ha percorso le vie del centro abitato, suonando le nenie e i canti tradizionali natalizi per invitare alla preghiera.
... Tra i tanti canti e le pastorali del Natale oppidese, sono presenti in questa nostra raccolta musicale, quelli più popolari ed ancora in uso. La pastorale «Piva all’antica» è del Maestro milanese Paolo Mauri (1885-1963), autore di numerosi brani di ispirazione sacra, mentre «Cornamusa popolare» è stata composta dal lodigiano Leandro Passagni, pseudonimo del Maestro Alessandro Pigna (1857-1928). Tra le composizioni più recenti, troviamo il canto «Suonano mille campane-Ninna nanna» dell’Avvocato oppidese Filippo Grillo (1911-1996). A Mons. Gaetano Cosentino (1924-2008), Rettore per diversi lustri del Seminario vescovile della nostra Città, si deve la pastorale «Campane di Natale» mentre il popolarissimo canto «Campane a festa» è stato composto da un varapodiese che a Oppido è stato per parecchi anni Maestro della banda locale, il Prof. Raffaele Monteleone (1911-1980). Le parole della nenia di Natale «Ceramejaru» sono di Don Silvio Albanese (1929-1976), parroco della Parrocchia oppidese del Calvario, mentre a Giacomo Tedeschi, nonno del più famoso Poeta tresilicese Geppo, si deve il canto «Dormi Bambino» ed al seminarese Vincenzo Nostro, Maestro, nel 1907, di una delle tante Bande oppidesi, è dovuta un’armoniosa «Pastorale». Infine, è stata composta dal Maestro Stefano Scicchitano, pure lui oppidese e per diversi decenni direttore della Banda cittadina, la pastorale «Momento lieto»....

Fonte:HAGIA AGATHÉ di Bruno Demasi

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