
Antipasti


Come accade in tutte le regioni, anche la tradizione calabrese prevede un ricco antipasto da servire prima del pranzo natalizio. Questo è costituito, principalmente, da salumi e formaggi autoctoni tra i quali: pecorino crotonese, caciocavallo silano, capicollo e soppressata.
Per la Vigilia si preparano le famose crespelle o zeppole ripiene alle alici: un impasto composto da acqua, lievito, farina e sale che si lascia lievitare naturalmente per almeno un’ora e mezza e al quale si aggiungono le alici, per poi friggere il tutto.
Altri antipasti sfiziosi sono le frittelle di cavolfiore, le frittelle di baccalà, l'insalata di baccalà con i “cancariddi cruschi” e l’aringa, in dialetto chiamata a "saraca”: lavata, diliscata e spadellata con olio d’oliva peperoni secchi e olive nere. In alcune zone, possiamo anche trovare le fave arrappate: fave secche lessate in acqua salata alle quali si uniscono delle olive nere a metà cottura e si lasciano cuocere fin quando non si ammorbidiscono bene. Una volta pronte si condiscono con aglio, olio, peperoncino piccante e origano, oppure con la Nduja che va bene su tutto.
Primi Piatti
La Vigilia di Natale calabrese prevede un menu ricco di piatti a base di pesce, tra i quali spiccano gli spaghetti con le alici e la mollica preparati con i filetti di alici conservati sott'olio e pane raffermo, a cui viene aggiunto del peperoncino rosso macinato. Altri primi piatti tradizionali sono gli spaghetti con broccoli e pepe rosso e gli spaghetti con sugo di baccalà.In alcune zone si preparano gli spaghetti con trippe di stoccafisso:
le trippe si mettono in ammollo almeno 15 giorni sotto un filo d’acqua
corrente, successivamente vanno lavate con bicarbonato e succo di
limone. Una volta pulite si prepara un sugo con aglio, olio, pepe rosso e passata di pomodoro e all'interno vi si cuociono le “trippicedde” (nome dialettale, appunto, per le trippe) per almeno 20 minuti.
Per il pranzo natalizio del 25 dicembre, invece, tradizionalmente è solito preparare, le scillatelle con ragù di maiale, i maccheroni ai ferri con sugo di carne di maiale, polpette e “vraciole” (involtini di carne di maiale ripieni di un trito di lardo, prezzemolo, origano e peperoncino) e infine la pasta “imbottita”: una timballo di pasta farcita con soppressata, polpettine, uova sode, caciocavallo e sugo di pomodoro.
Da non dimenticare a " struncatura " particolare tipo di pasta della provincia di Reggio che vi abbiamo proposto qualche giorno fa nel nostro blog.
Per il pranzo natalizio del 25 dicembre, invece, tradizionalmente è solito preparare, le scillatelle con ragù di maiale, i maccheroni ai ferri con sugo di carne di maiale, polpette e “vraciole” (involtini di carne di maiale ripieni di un trito di lardo, prezzemolo, origano e peperoncino) e infine la pasta “imbottita”: una timballo di pasta farcita con soppressata, polpettine, uova sode, caciocavallo e sugo di pomodoro.
Da non dimenticare a " struncatura " particolare tipo di pasta della provincia di Reggio che vi abbiamo proposto qualche giorno fa nel nostro blog.
Secondi Piatti
Per il giorno di Natale, invece, è tradizione preparare i broccoli e salsiccia, il capretto al forno con le cipolline selvatiche (lambacioni) oppure il capretto al forno con patate aromatizzato alle erbe di campo, accompagnato spesso con contorni quali broccoli calabresi ripassati in padella con del peperoncino, oppure lo sformato di carciofi e patate cotto al forno.
Dolci
Altre specialità tradizionali della regione sono i turdilli: gnocchi dolci fritti, ricoperti di miele e confettini colorati. Ci sono ancora le nacatole, dei biscotti aromatizzati all'anice che si preparano una settimana prima delle feste. I Cannarituli: una sorta di grossi gnocchi, fritti e immersi nel mosto cotto, e decorati con confettini colorati. Da non dimenticare poi le Pittopie e le Susumelle, dolci che a Natale non possono mancare dalle nostre tavole. La Giurgiulena, un torroncino a base di semi di sesamo, zucchero, miele e pezzetti di noci. Infine, in alcune zone, è possibile trovare la “cicirata"o " pignolata " un dolce che si prepara stendendo la pasta a bastoncini, tagliandola alla grandezza di un cece crudo e friggendola in abbondante olio d’oliva fino a doratura. A parte si mette a bollire del miele con un po’ di zucchero, si uniscono i pezzi di pasta fritta e si mescola il tutto delicatamente. In ultimo si preleva la pasta dal miele con un cucchiaio e con molta attenzione si versa nei pirottini di carta.
fonte:petits´chef.it
E da bere? Chiju chi voliti........


E per finire:


Nessun commento:
Posta un commento