mercoledì 31 agosto 2016

ANCORA UNA CONTESTAZIONE NEI CONFRONTI DEL VESCOVO MILITO - A MELICUCCO GRADISCONO POCO IL NUOVO PARROCO


Monsignor Francesco Milito


MELICUCCO Il vescovo di Oppido-Palmi mons. Francesco Milito è stato costretto a lasciare da un'entrata secondaria e accompagnato dalle forze dell'ordine, la chiesa di San Nicola a Melicucco dove aveva presenziato all'ingresso canonico del nuovo parroco don Elia Longo. La contestazione è scoppiata al termine della funzione quando un gruppo di fedeli si è avvicinato al presule chiedendo di parlare con lui. Richiesta che, secondo alcuni, non sarebbe stata esaudita.
Nelle scorse settimane, il paese è stato tappezzato di lenzuoli e striscioni che contestavano l'allontanamento del vecchio parroco e del suo vice pur non manifestando contrarietà all'arrivo del nuovo sacerdote. Tant'è che la cerimonia si è svolta nella più assoluta tranquillità. Solo alla fine gli animi si sono scaldati e le forze dell'ordine presenti hanno ritenuto opportuno fare uscire il presule da un'entrata secondaria. Mons. Milito è il vescovo che nell'estate del 2014 vietò lo svolgimento delle processioni religiose nella diocesi dopo il caso del presunto "inchino" - un dondolamento dell'effige sacra - rivolto verso la casa del presunto boss Beppe Mazzagatti in occasione della processione della Madonna delle Grazie della frazione Tresilico, svoltasi a Oppido nel luglio 2014. Divieto revocato dallo stesso vescovo nel marzo scorso.
Nel maggio scorso, inoltre, nel territorio della Diocesi apparvero dei volantini che contestavano violentemente l'operato del presule invitandolo ad andarsene.
Una delle critiche si riferiva ai reati contro i minori. Un passaggio che secondo gli investigatori che avviarono le indagini, avrebbe potuto fare riferimento alla vicenda dell'arresto, avvenuto nel dicembre 2015, di un parroco della diocesi accusato di sesso con minori. In occasione dell'arresto, la diocesi diffuse una nota in cui si invitavano i fedeli «a restare uniti nella preghiera per esprimere la vicinanza al sacerdote».
La Conferenza episcopale calabra espresse «dolore ed amarezza, ed al tempo stesso sdegno e condanna, per l'ignobile campagna diffamatoria ai danni del confratello Francesco Milito, oggetto di volantini e manifesti, tutti peraltro anonimi, contenenti violente accuse all'indirizzo del presule».

fonte:corrieredellacalabria.it

martedì 30 agosto 2016

TERREMOTI: LA CALABRIA TRA LE REGIONI PIÚ A RISCHIO. FACCIAMO PREVENZIONE ED EVITIAMO DI PIANGERE DOPO



Dovrebbe essere questa la prioritá di ogni sindaco calabrese. I vari terremoti che si sono susseguiti nel corso dei secoli, fanno della Calabria la regione piú vulnerabile  in assoluto in Italia, dove possono verificarsi terremoti fortissimi e catastrofici ( vedere la mappa di pericolositá sismica dell´Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). In un Paese serio giá da anni le istituzioni avrebbero intrapreso un´opera di ricognizione e messo a norma gli edifici, quantomeno quelli pubblici, nei luoghi maggiormente a rischio. Si é fatto poco o nulla e quanto succede una tragedia siamo li a versare lacrime di coccodrillo e ad ascoltare i nostri governanti che magnificano la solidarietá degli italiani. Solo retorica. Nient´altro che retorica. Bisogna avere il coraggio di dire basta, di gridare che non vogliamo piú piangere parenti e amici, probabili future vittime dell incuria di chi il futuro non lo guarda leggendo il passato.


La prevedibile «imprevedibilità del terremoto».
«Io metterei nella piazza di ogni paese e città a rischio un grande e stabile cartellone con i dati della Mappa di Pericolosità, una sorta di inizio d’attenzione. Poi da lì procedere alla valutazione degli edifici, coinvolgendo i proprietari, gli abitanti, dando loro un protagonismo nuovo, facendo crescere una democrazia di base, che oggi su questo argomenti non c’è. Anzi nel sentimento diffuso della gente questi sono temi per pochi esperti. Invece è vero proprio il contrario. Le cose cambieranno quando i cittadini si sentiranno responsabili e coinvolti».
I terremoti sono imprevedibili.
Certo. Ma dietro questa affermazione si nasconde qualsiasi desiderio di intervenire, prevenire e attenuare danni. La memoria storica del terremoto, una mappa geografica e storica dei luoghi più colpiti, modi adeguati di costruire e ricostruire, rapporto amorevole e non di rapina con i paesi: tutto questo e altro renderebbe "prevedibile" quanto ancora viene attribuito a una Natura matrigna, dimenticando le responsabilità degli uomini. ( Vito Teti su facebook)


E a proposito del terremoto del 1783 é di questi giorni la notizia che il cortometraggio Atlante 1783 della regista  di origine calabrese Maria Giovanna Cicciari, parteciperá alla Settimana Internazionale del Cinema di Venezia nella sezione Sic@Sic. E´sicuramente un grosso riconoscimento per la giovane regista che ha giá firmato diversi lavori premiati in diversi festival. Di seguito una scheda del film  ed il link del trailer :  https://vimeo.com/180017225

Sinossi                 

Alla fine del ‘700 una grossa parte del territorio calabrese fu colpita da un gigantesco terremoto. La memoria di questo evento lontano è fatta di segni concreti come le ferite bianche sui crinali delle montagne e i resti di un centro abitato che nei secoli ha guadagnato una nuova vita, ma anche di immagini storiche e presenze invisibili che in varie forme tornano, si intrecciano e si manifestano.

domenica 28 agosto 2016

NON FARTI VENIRE UN INFARTO NELLA PIANA DI GIOIA TAURO - RISCHI DI MORIRE PERCHÉ LE AMBULANZE NON HANNO BENZINA

Risultati immagini per AMBULANZA DAL DISTRIBUTORE
Si potrebbe ribattezzare "Unitá Immobile " di rianimazione

Ennesimi gravissimi problemi nel Servizio Urgenza Emergenza Medica 118 dell’ASP di Reggio Calabria in momenti di grande afflusso ai Pronto Soccorso dell’ASP. Nei giorni scorsi, un cittadino, A. D., di anni 52 alle ore 01,00 avverte dolore atipico al petto. Non riuscendo a definirlo verso le ore 05,00 decide di recarsi al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Gioia Tauro dove, il Sanitario di turno interviene prontamente ed effettua un elettrocardiogramma che risulta negativo. Alle 5,25 circa dispone un prelievo per enzimi cardiaci e dopo circa 15 minuti, ripete l’ E.C.G. ma, questa volta, risulta un evento ischemico. Alle 06.05 giunge la diagnosi di Infarto del Miocardico Acuto in sede inferiore. Si dà inizio alla terapia di urgenza e si decide di trasferire il paziente presso l’emodinamica più vicina per trattamento di rivascolarizzazione.
L’emodinamica di Reggio Calabria risponde in modo interlocutorio dicendo di mandare il paziente presso il Pronto Soccorso dove verrà rivisto e valutato da altro Sanitario, pur sapendo della diagnosi certificata dal Medico del Pronto Soccorso di Gioia Tauro. Intanto viene chiesto alla postazione del SUEM 118, che stazionava presso l’Ospedale di Gioia Tauro, di provvedere immediatamente al trasferimento del paziente. La risposta è stata: ”L’ambulanza di Gioia Tauro non può partire perché a dire del personale la scheda carburante è inservibile. Vana è stata la proposta dei familiari del paziente a pagare il carburante. Procedendo alla ricerca di altra ambulanza, si accertava che quella della postazione di Taurianova non è utilizzabile per “GRAVI PROBLEMI AI FRENI e quella di Polistena giunse al PS di Gioia Tauro intorno le 7,30 ovvero un’ora e quindici minuti dal momento della possibile partenza.
Purtroppo non sempre i casi di malasanità sono ascrivibili all’operato del personale Sanitario ma, evidentemente ci accorgiamo che non serve a nulla essere bravi professionisti quando manca il supporto logistico di un Servizio Pubblico Essenziale come il SUEM 118. Medici Infermieri ed Autisti di ben due postazioni fermi per problemi tecnici e una sola ambulanza disponibile dopo un tempo di attesa troppo lungo per un ammalato critico.
Per fortuna, il paziente con infarto in sede Inferiore, ricoverato a Catanzaro presso l’Unità Coronarica e non al Pronto Soccorso di Reggio Calabria, è stato rivascolarizzato in urgenza mediante PTCA e triplice stent.
Adesso ci chiediamo: è possibile che in un’area così disagiata, dove mancano posti letto e reparti di emergenza cardiochirurgica, il 118 garantisca il servizio con una sola ambulanza perché le altre due non sono utilizzabili?
Chi gestisce il SUEM 118, deve o non deve risolvere questi problemi in tempi reali?
Adesso basta, è tempo di rivedere tutto il sistema sanitario provinciale e assegnare responsabilità e far pagare coloro che si pagano da responsabili e lasciano gravissimi vuoti gestionali, tali da mettere in pericolo la vita delle persone ammalate.
E’ tempo di dare segnali forti e chiari di cambiamento. La gestione commissariale deve spogliarsi dei propri panni e andare sui posti di lavoro da comune cittadino ammalato per capire i reali problemi di un sistema sanitario provinciale ridotto in miseria ed adottare misure urgenti per garantire e tutelare la salute dei cittadini.
Fonte:Approdonews.it
E se la Piana piange la Locride non ride. Nei giorni scorsi é stato segnalata la morte di un uomo di 47 anni, Gianfranco Callipari, entrato in ospedale con un codice verde e morto a distanza di qualche ora per cause in via di accertamento. Callipari la  si era recato in ospedale a seguito di un incidente domestico a causa del quale si era reciso il tendine di una mano.Dopo alcune di ore di attesa le sue condizioni si sono aggrave e l´uomo é morto.
La magistratura ha disposto l´autopsia, che pare abbia escluso la morte per infarto, e ha aperto un indagine per accertare se si tratta di una fatalitá o di un caso di malasanitá. Secondo i familiari il Callipari potrebbe essere rimasto vittima non solo dei ritardi cronici in cui versa da tempo l´ospedale locrese ma addirittura a causa dell´incapacitá e della superficialitá di chi lo ha preso in cura.

sabato 27 agosto 2016

ANCORA UNA STRAGE SULLA STATALE 106 JONICA- DISTRUTTA UNA FAMIGLIA SICILIANA


Scontro mortale a Villapiana, morte tre persone


VILLAPIANA LIDO Tre persone, padre, madre e un figlio di 19 anni sono morti stamani nello scontro frontale tra la loro auto ed un autotreno avvenuto intorno alle 4 sulla statale 106 a Villapiana, nel cosentino. Mentre la seconda figlia della coppia deceduta sul colpo nello scontro, insieme al figlio maggiore, è invece tutt'ora ricoverata nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Cosenza. 
Le vittime sono Roberto Santini, 51 anni, di Messina e militare della Guardia di finanza che prestava servizio a Taranto, la moglie Rossella Sardiello (46), ed i figli Marco (19). Mentre l'ultima figlia è in prognosi riservata dopo il ricovero nell'ospedale di Cosenza. E non è morta come in un primo momento era stato segnalato
Le vittime erano partite la notte scorsa da Taranto dirette a Messina. Lievemente ferito il conducente del Tir diretto per lavoro in Basilicata. 
Immediato l'intervento del personale del 118 di Cassano e Trebisacce che hanno prestato soccorso sul luogo dell'incidente. Mentre la polizia stradale di Rossano è intervenuta sul posto per i rilievi di rito.
Intanto Il camionista alla guida dell’articolato che si è scontrato frontalmente con l’auto è stato sottoposto all'alcool test ed è risultato negativo. La statale, intanto, che era stata chiusa subito dopo lo scontro per permettere i soccorsi, è stata riaperta dall'Anas ed adesso la circolazione è tornata normale. 
L’ASSOCIAZIONE “ BASTA VITTIME SULLA 106”: È STRAGE DI STATO «Roberto, Rossella ed il giovane Marco sono rispettivamente la ventunesima, la ventiduesima e la ventitreesima vittima della S.S.106 in Calabria nell’anno 2016». È quanto evidenziano, in una nota, gli esponenti dell’associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106 che elencano la lunga lista di decessi avvenuti sull’arteria jonica. Sottolineando che si è raggiunto ormai il dato di una vittima ogni 10 giorni. «L’Associazione – si legge nella nota - intende ribadire e sottolineare che tutto ciò rappresenta la più grande Strage di Stato della storia della Repubblica italiana ed intende evidenziare, inoltre, che quanto accade purtroppo da sempre sulla S.S.106 ha delle chiare ed evidenti responsabilità politiche: il silenzio e l’indifferenza del governo nazionale e regionale, della classe parlamentare calabrese a Roma, delle amministrazioni locali e provinciali, delle forze sindacali. Tutti, nessuno escluso, coloro i quali rivestono ruoli istituzionali, sono moralmente responsabili dell’olocausto sulla S.S.106».

Fonte. corrieredellacalabria.it

venerdì 26 agosto 2016

AD AMATRICE SI PIANGONO ANCHE VITTIME CALABRESI - AD OGGI UN MORTO ED UN DISPERSO


Antonino Napoli e Simona De Simone

Nel primo parzialissimo elenco ufficiale – diffuso dalla Prefettura di Ascoli Piceno – di vittime identificate del terremoto risulta anche un calabrese. Si tratta di un uomo di 63 anni nato a Vibo Valentia, Vito Umbro (nato il 2 luglio 1953). Nell'elenco dei dispersi inoltre risulta anche un uomo originario di Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria, Antonino Napoli che era in vacanza ad Amatrice con la sua compagna, Simona De Simone . I cellulari di entrambi risultano irrangiungibili. Ritrovato vivo il cagnolino che era con loro. Napoli e la compagna, 51 anni entrambi, vivono a Roma dove lavorano come operatori presso la banca Mediolanum e si trovavano già da prima ferragosto nel paese reatino, alloggiati presso la casa che Simona aveva avuto in eredità dai genitori. Sarebbero dovuti rientrare a Roma, dopo la conclusione dei festeggiamenti, che erano previsti per domenica con la sagra cult degli spaghetti all’Amatriciana che molti turisti ha attirato nel paese laziale. I familiari praticamente non hanno più notizie della coppia dalla sera di martedì quando Antonino ha telefonato a papà Bruno e alla mamma che abitano a Roma.

La tragedia che ha devastato il centro Italia ha sfiorato anche altri calabresi: è il caso del cosentino Luca Florio , presente nei luoghi del sisma dopo essere scampato al terremoto dell'Aquila. Oppure come Giovanni Romagnino, giovane calciatore di Gimigliano, in provincia di Catanzaro  che era a Macerata in ritiro con la sua squadra. Ha sentito nitidiamente le scosse e lui con i suoi compagni sono stati evacuati.

fonte: il quotidiano del sud.it


martedì 23 agosto 2016

VIOLENTA SCOSSA DI TERREMOTO IN CENTRO ITALIA - 250 MORTI CENTINAIA I FERITI DECINE I DISPERSI - LA FOTO DI AMATRICE UN ATTIMO PRIMA DEL TERREMOTO





WEBCAM AMATRICE


Una violenta scossa di terremoto ha colpito la scorsa notte gran parte del centro Italia. Il sisma di magnitudo del 6.0 della scala Richter ha avuto il suo epicentro tra la provincia di Rieti e quella di Ascoli. Amatrice e Accumoli, sono i due paesi maggiormente colpiti ma i soccorsi trovano difficoltá a raggiungerli a causa di frane e del crollo di ponti.Al momento si contano sette morti e numerosi feriti,ma piccole frazioni sono completamente isolate e non si hanno ancora notizie. Accumoli é un centro di circa 150 abitanti che peró in questo periodo di vacanze ne ospitava quasi mille.Le scosse si sono ripetute per tutta la notta in tutto il centro Italia. Fino a questa mattina sono state decine ed hanno colpito da Rimini a Napoli. Due scosse particolarmente forti sono state avvertite anche da chi viscrive a Siena la prima alle 6.30 e la seconda alle 7.03. Solo paura per fortuna.  La foto che siamo riusciti a catturare prima che venisse cancellata é quella del corso principale del centro storico di Amatrice nel momento esatto della scossa come potete vedere dalla didascalia impressa nella foto. La Web cam ha smesso di funzionare alle 3 e 36 della scorsa notte. Il centro storico che vedete nella foto, immerso nella quiete della notte, purtroppo non esiste piú.

Tonino Polistena

lunedì 22 agosto 2016

AUTO FUORI STRADA SULLA STATALE 106 A SANTA CATERINA ALLO JONIO - MORTI DUE GIOVANI DI BADOLATO



La Panda sulla quale viaggiavano i 5 giovani subito dopo l´impatto



SANTA CATERINA SULLO JONIO (CZ) - Due giovani, un ragazzo e una ragazza, sono morti in un incidente stradale avvenuto questa stasera lungo la statale 106 jonica, nel territorio di Santa Caterina dello Jonio, nel Catanzarese. Le vittime sono Lorena Lopilato, 21 anni, e Pasquale Papaleo, 25.

I due viaggiavano a bordo di una Fiat Panda che, per cause in corso di accertamento, é sbandata, finendo fuori strada. Sulla stessa vettura c'erano altri tre giovani, due ragazzi e una ragazza, che sono rimasti feriti, due dei quali in maniera grave, e sono stati portati in ospedale. Tutte e cinque le persone coinvolte hanno un'età inferiore ai 25 anni e risiedono nel vicino comune di Badolato. 
Sul posto, per i rilievi, i carabinieri della Compagnia di Soverato, insieme ai vigili del fuoco ed al personale del 118, mentre la statale 106 è rimasta chiusa in entrambe le direzioni per consentire le operazioni di soccorso ed i rilievi.

fonte: quotidianodelsud.it

giovedì 18 agosto 2016

INDOVINATE QUAL É LA REGIONE DOVE SI LEGGE DI MENO? ESATTO, LA CALABRIA!! MA VOI PER SMENTIRLI LEGGETE DI PIÚ E CONDIVIDETE IL POST!!!






Per il quarto anno consecutivo Milano si conferma la città italiana che legge di più, sia in formato cartaceo sia digitale. Padova sale al secondo posto, Verona torna a sorpresa in terza posizione, mentre grande assente è Cagliari che dalla quinta posizione dell'anno scorso scivola alla 18/a. Roma scende dall'ottavo posto al nono, pur restando tra le prime dieci, mentre il Sud resta in ritardo. È quanto emerge dalla classifica stilata ogni anno da Amazon, in occasione della bella stagione e delle grandi letture sotto l'ombrellone, individuata secondo il numero di titoli in formato cartaceo ed eBook acquistati dagli italiani su Amazon.it durante l'ultimo anno (dal 1 luglio 2015 al 31 luglio 2016) su base pro capite, in città con più di 100mila abitanti. Questa la Top 10 delle città italiane che leggono di più: 1) Milano; 2) Padova; 3) Verona; 4) Trieste; 5) Trento; 6) Bologna; 7) Bergamo; 8) Firenze; 9) Roma; 10) Vicenza. Per quanto riguarda le citta' che prediligono il formato digitale, Milano, Trento e Verona sono le regine indiscusse, seguite da Trieste, Padova, Bologna, Udine, Bolzano, Vicenza e Bergamo.
Non salgono invece nella parte alta le città del Sud Italia: Salerno è 36/a, seguita da Napoli, Bari, Messina, Taranto e Siracusa; Palermo si attesta al 42esimo posto, Catania è ferma al 44esimo, seguita da Reggio Calabria al 47esimo  e ultimo  posto.

fonte:corrieredellacalabria.it

domenica 14 agosto 2016

LA TRAGEDIA DI FERRAGOSTO DEL 1966 - VIDEO RACCONTO DI TONINO POLISTENA - PER NON DIMENTICARE







" Il Popolo che ignora il proprio passato non saprá mai nulla del proprio presente "( I. Montanelli)

Oggi é il vostro cronista che sale in cattedra é diventa protagonista di una storia italiana e calabrese accaduta nei giorni di ferragosto di  50 anni fa e che vi ripropone affinché non se ne perda la memoria. In troppi in questi anni hanno dimenticato o voluto dimenticare quella che per certi versi é stata una vera e propria tragedia nazionale causata, come sempre capita in questi casi, dal destino, dalla povertá, dall´abbandono ma, soprattutto, dall´incuria umana. Avrei voluto in occasione del 50mo anniversario ripercorrere nuovamente, con immagini e testimonianze inediti, le ore, i giorni che tanta paura e dolore hanno causato nella comunitá mamertina. Non é stato possibile e di questo me ne rammarico e ne assumo la colpa. Vi ripropongo, peró, il video racconto che sei anni fá ho presentato in una piazza di Oppido, gremita ma non troppo, consigliandovi di vederlo fino alla fine ( anche se dura un pó strappate un paio d´ore alle vostre vacanze) perché non si tratta soltanto di un gravissimo fatto di cronaca ma di un vero e proprio " giallo " durato alcuni mesi.
Il lavoro é stato realizzato grazie anche all´aiuto di alcuni amici che nel loro archivio avevano conservato alcuni giornali dell´epoca e dai quali é stato tratto gran parte del racconto.
Il resto é venuto fuori da un certosino lavoro d´archvio, dalle testimonianze dirette e  dalle teche della Rai. Buona Visione.
P.s. : ad aprire la serata un saluto del sindaco pro tempore che promette la dedica di una via o una piazza alla memoria delle vittime. Promessa disattesa.

Tonino Polistena








giovedì 11 agosto 2016

PROSEGUONO LE INDAGINI SULL´OMICIDIO DELL´AVV. PAGLIUSO A LAMETIA TERME


L'avvocato Francesco Pagliuso
Francesco Pagliuso


Vivacissimo, poliedrico, amante della logica e del diritto, sia nel campo penale che nel civile». Fin da giovanissimo, ancora non laureato Francesco Pagliuso, originario di Soveria Mannelli, seguiva le udienze dei maestri del foro lametino per imparare da loro, per alimentare quell'entusiasmo che lo caratterizzava. Adesso, proprio uno di quei maestri che Pagliuso stimava di più, attonito, non può che richiamare il ricordo del giovane avvocato, ucciso a 43 anni mentre rientrava a casa nella notte tra lunedì e martedì. «Un gesto grave, atroce – commenta l'avvocato Pino Zofrea, decano dell'ordine e presidente della Camera penale di Lamezia Terme – un gesto che lascia agghiacciato l'animo, ci sentiamo smarriti». Due colpi di pistola, di cui uno che lo ha raggiunto alla testa hanno reciso la vita di uno dei penalisti più noti e più giovani d'Italia. «Un ragazzo di elevata intelligenza e, cosa più importante di tutte, deontologicamente corretto», prosegue Zofrea. Il presidente della Camera Penale descrive l'avvocato Pagliuso come «l'anima della Camera Penale di cui era segretario, pronto a prendere l'iniziativa, brillante nel rappresentarla nelle manifestazioni pubbliche». 
Un delitto, quello del legale, che ha scosso l'ambiente forense e non solo. Sul luogo del delitto, in via Marconi, è arrivato, visibilmente scosso, anche il presidente del Tribunale, Bruno Brattoli. 
Davanti al cancello dell'abitazione della vittima ci sono ancora le tracce di una notte di indagini e sopralluoghi. Brick di caffè, bottiglie d'acqua. I carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Lamezia Terme hanno lasciato il luogo del delitto solo intorno alle otto del mattino, quando l'automobile della vittima, una Volkswagen, è stata portata via. A Lamezia Terme, in una Procura semivuota per le ferie estive, in molti sono rientrati. Le prime indagini si sono naturalmente rivolte all'attività professionale di Francesco Pagliuso, ai grandi processi di 'ndrangheta che lo vedevano impegnato, e non solo sul territorio lametino. Si pensi ad Alchemia, su Reggio Calabria, Black Money, Vibonese, Andromeda, procedimento nel quale, insieme ad altri legali, difendeva l'imprenditore Franco Perri e anche il duplice omicidio di Decollatura per il quale la Cassazione lo scorso giugno aveva annullato i due ergastoli di Domenico e Giovanni Mezzatesta. 
Il fascicolo aperto sul delitto Pagliuso, al momento, è di competenza della Procura di Lamezia Terme. Solo ulteriori sviluppi potrebbero destinare il caso alla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. L'avvocato – che collaborava anche con l'Università di Pisa – aveva anche investito in attività imprenditoriali, attività finanziarie e nella ristorazione. Voglia di arrivare, con tenacia. Questo ha caratterizzato la vita del giovane avvocato, spinta da un'onda energica in ogni suo aspetto. Compreso il matrimonio, poi naufragato, celebrato a Parigi. Un amore dal quale era nato il figlioletto, oggi sei anni, legatissimo al padre.
«Oggi un'altra pagina buia, molto buia, è stata scritta in questa città! – scrive su Facebook il presidente dell'Ordine degli avvocati, Antonello Bevilacqua – Lamezia da qualche anno aveva rialzato la testa e questo triste e gravissimo delitto fa di nuovo comparire una vecchia ed opprimente cappa che sembrava essere stata allontanata. La morte violenta di una persona lascia sempre sconcertati soprattutto quando le modalità sono quelle scelte in questo ed in tanti altri tristi delitti. La morte di un avvocato poi colpisce oltre che la città anche una intera categoria di professionisti che si occupano giornalmente dei problemi e delle angosce dei propri assistiti. Attendiamo con fiducia gli esiti delle indagini e ci stringiamo tutti attorno a Francesco ed ai suoi familiari in questo momento terribile!».
Alessia Truzzolillo per il corrieredellacalabria.it

mercoledì 10 agosto 2016

OMICIDIO NELLA NOTTE A LAMETIA: A FREDDARE IL NOTO AVVOCATO FRANCESCO PAGLIUSO QUASI SICURAMENTE UN KILLER PROFESSIONISTA.LE TELECAMERE RIPRENDONO LA SCENA



Francesco Pagliuso


Un noto penalista, Francesco Pagliuso, di 43 anni, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nel corso della notte a Lamezia Terme. L'uomo è stato freddato da almeno due colpi alla testa mentre stava rincasando nella propria abitazione posta in via Marconi. 
L'omicidio, su cui stanno indagando i carabinieri che hanno acquisito atti anche diversi documenti presso lo studio del legale, sarebbe avvenuto intorno alle 23 all'interno del giardino antistante la casa dell'avvocato, dove il killer lo stava aspettando, mentre l'uomo si trovava ancora in auto, da solo. Al momento le piste seguite riguardano sia la sfera privata che quella professionale, i militari stanno visionando anche delle immagini riprese da alcune telecamere presenti nella zona.
A trovare il suo corpo, nel corso della notte, sono stati i carabinieri, avvertiti dai familiari della vittima allarmati per il fatto che il penalista non rispondeva al cellulare.
L'uomo, originario di Soveria Mannelli, è impegnato in numerosi processi di mafia che coinvolgono le più importanti cosche dell'area lametina tra i quali quelle che hanno visto protagonista l'imprenditore Perri e il caso del duplice omicidio di Decollatura . Inoltre, Pagliuso era anche socio nella gestione di un noto ristorante lametino "Il giardino del '900" oltre che segretario della camera penale.
È il secondo avvocato che viene ucciso a Lamezia. A marzo del 2002 venne assassinato l’avvocato Torquato Ciriaco sul cui caso dodici anni dopo c’è stata la svolta. E’ in corso infatti il processo con il rito abbreviato per Tommaso Anello, 50 anni, ritenuto il boss dell’omonima cosca di Francavilla Angitola, i fratelli Giuseppe e Vincenzino Fruci, di 45 e 38 anni, di Curinga, a giudizio quali presunti responsabili dell’omicidio dell’avvocato Torquato Ciriaco.
La prossima udienza si terrà a novembre prossimo quando il pm dovrà riformulare le richieste contro i tre imputati per i quali ad aprile 2015 il pm Elio Romano chiese tre ergastoli ma il processo è tornato indietro per il cambio del giudice. Il professionista fu assassinato la sera del primo marzo 2002 intorno alle 22. Quella sera, l'avvocato uscì dal suo studio di Piazza della Repubblica quando, nei pressi del bivio Due mari in località Calderaio di Maida, un'auto con a bordo almeno due killer affiancò il fuoristrada condotto dal professionista esplodendo diversi colpi di fucile a pallettoni.
Sarebbe stato Tommaso Anello a ordinare l'eliminazione dell'avvocato per l'acquisto di una cava di inerti. Anello avrebbe voluto che la cava finisse ad un imprenditore già sottoposto ad estorsione. La svolta alle indagini sull’agguato al noto avvocato attraverso le dichiarazioni del pentito Francesco Michienzi e la testimonianza anche di Angela Donato, (che disse di aver visto l’auto dei killer in un capannone) madre di Santo Panzarella scomparso a luglio del 2002 che avrebbe anche lui preso parte all'omicidio.

Fonte: il quotidianodelsud.it

mercoledì 3 agosto 2016

MA QUALE RINASCITA E RINASCITA IN CALABRIA SI TORNA SEMPRE PIÚ INDIETRO.ORMAI SIAMO AL MEDIOEVO!





A Rossano, (cittá evoluta in provincia di Cosenza  e con tradizioni millenarie) é stato proibito un concerto del gruppo catanzarese le Rivoltelle perché LESBICHE (cosa peraltro non vera. E se anche lo fosse?). Come se la musica avesse un sesso e per suonarla ci volessero gli attributi. Roba da matti.

Adesso peró, dopo che la notizia ha avuto ripercussioni su scala nazionale, tutti a scusarsi e prendere le distanze dalla mente che ha partorito questo editto. Editto che se da un lato avrá fatto esultare  4 bigotti dall´altro ha sortito l´effetto contrario dando una visibilitá che neanche mille concerti. Meglio cosí.

 Tra chi prende le distanze c´é il primo cittadino, Stefano Mascaro, che si scusa con la band e si dice " rammaricato ". E basta. Ma signor Sindaco organizzare LEI, magari a SUE spese, il concerto non gli é VENUTO IN MENTE ? Suvvia non sia cosí taccagno. Lo faccia per la maggioranza dei suoi concittadini che l´hanno votata e che sicuramente non la pensano come le quattro commari paucciane e bigotte che,tra l´altro, avranno votato per il suo avversario.Dimostri, in questo caso si, di avere gli attributi.
Un saluto

P.s.: Vi risparmio le centinaia di commenti che sui social e non solo hanno, e a ragione, ancora una volta gettato fango su una Calabria che per un motivo o per l´altro fa di tutto per restare ultima tra gli ultimi.






martedì 2 agosto 2016

LA CLASSIFICA DEI PRIMI DIECI POST PIÚ LETTI SU MAMERTINAWORLDNEWS









Questo blog é nato per gioco e per caso alla fine del mese di febbraio. Ho iniziato a dare notizie di vario genere ed ho finito per privilegiare in gran parte quelle provenienti dal Sud Italia ed in particolare da Calabria e Sicilia. Sono in gran parte notizie prese in " prestito " da altre testate, poco é farina del mio sacco. Tutte peró hanno in comune una cosa: suscitano la curiositá di chi ha voglia di leggere, di sapere e di tenersi informato su alcuni fatti che accadono nella propria regione. I post vengono veicolati perlopiú attraverso facebook e con il supporto di alcuni gruppi di gente del Sud sparsa per il mondo. Dopo 5 mesi di attivitá non proprio quotidiana, non sarebbe possibile d´altra parte visto che il blog lo gestisco da solo e durante i cosiddetti tempi morti, ho pensato di fare cosa gradita a voi lettori pubblicando una classifica provvisoria dei dieci post piú letti e l´indicazione geografica di provenienza dei lettori stessi. Buon divertimento.

Tonino Polistena

10 POSTO        
1127


9  POSTO      
1236

8 POSTO  


1253

7 POSTO    
1297

6 POSTO  
1323

5 POSTO    
1405

4 POSTO
1654


3 POSTO

1673
2 POSTO

2900

1 POSTO
3289


VISUALIZZAZIONE DI PAGINE PER NAZIONE

Italia
55121
Stati Uniti
2752
Germania
2667
Svizzera
2388
Francia
1273
Australia
770
Irlanda
441
Argentina
200
Belgio
171
Canada
158
E ANCORA DA TUTTI I PAESI EUROPEI, dalla Russia, Cina,Brasile,India etc.etc.



I RITI E LE FESTE DEI NOSTRI BORGHI NARRAVANO E NARRANO LA VITA SOCIALE,RELIGIOSA E CULTURALE DELLA GENTE. DI VITO TETI



Foto di Vito Teti della Madonna del Rosario - San Nicola da Crissa 31 luglio

Schegge di luoghi e di ultimità


Una concezione laicista e modernista per decenni ha cercato, non senza fortuna, di liquidare i riti e le feste religiose del periodo estivo come segno di arretratezza, arcaicità, superstizione, passatismo, colore. Adesso che il mondo naviga a vista, disorientato e spaventato tra globalizzazione e integralismi, localismi angusti e chiusure esasperate, un po’ tradivamente ci si rende conto di quanto sia stato errato rinunciare a una propria identità per rincorrerne altre ignote senza la forza di inventarne altre. Ci si rende conto che prima di abbandonare un antico racconto era fondamentale inventarne uno nuovo, che mantenesse traccia e motivi dell'antico.
Un tempo queste feste narravano la vita religiosa, culturale, sociale della gente. Scandivano la vita produttiva lavorativa di uomin e donne dell’universo contadino. Un mondo che si è sfarinato e polverizzato già negli anni Cinquanta del secolo scorso. Poi sono diventate feste di un mondo in fuga, di emigrati e dei loro familiari, di nuovi ceti sociali in ascesa, ma incapaci di ridare una nuova vita ai luoghi. Adesso narrano fughe e vuoti, ritorni e spaesamenti, bisogno di appaesamento e resistenza al non senso dei tanti non luoghi. Queste feste, pure profondamente mutate e reinventate, continuano ad avere un valore rammemorante e rifondativo. Mettono ancora in scena bisogno di comunità e caute speranze, delusioni e nostalgie, sogni e timori delle persone. Le “persone in festa” ristabiliscono legami e continuità, convivialità e socialità, recuperano, forse, un tempo perduto, riportano in vita quelli che non ci sono più, ricordano e sognano, piangono e sperano, annullano e amplificano distanze, cancella dolori o li riattulizza. Non sono soli. Si sentono parte di una famiglia più vasta, di paesi dispersi, di una vicenda più antica e più grande che resta una risorsa irrinunciabile e incancellabile dovunque vivano. Bisogna averle vissute fin da bambino queste feste, averle seguite con i nonni e con i genitori, con gli amici d’infanzia e di gioventù, per capire come siano parte costitutiva di identità chiuse e aperte, frammentate e spezzate, di chi è rimasto e di chi è partitio, di chi torna o sogna e immagina di farlo. Ogni "ritorno" ai luoghi, alla terra, al paese passa anche una paziente e meditata riflessione su una tradizione religiosa, festiva, spirituale che resiste e muta, cambia e si rifonda. Non sono più concesse distrazioni e rimozioni, fughe in avanti e all'indietro. I nostri luoghi non hanno bisogno di retoriche e di folklorismo, ma di una nuova vita, di un nuovo senso di sé, di un progetto e di un sogno e anche di un nuovo racconto che li abbracci, li racchiuda, li apra e li rifondi.


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