
foto zoom24.it
SAN LORENZO DEL VALLO È stata giustiziata davanti alla tomba di quel figlio morto troppo presto, troppo giovane, trenta anni fa, in un incidente d’auto. I proiettili hanno raggiunto alle spalle Edda Costabile, 77 anni, mentre porgeva gli onori ai defunti davanti alla cappella di famiglia. L'hanno trovata riversa su un fianco, il cappuccio del giaccone sulla testa. Sua figlia Ida, 52 anni, invece, ha capito, ha sentito l’orrore di quel momento, ha cercato inutilmente di fuggire tra il dedalo di lapidi del cimitero di San Lorenzo del Vallo. Erano cinque i componenti della famiglia Attanasio. Sono rimasti in due, un padre e un figlio, Francesco, arrestato a maggio per omicidio. E da quell’omicidio, è una delle ipotesi, potrebbe essere scaturita la furia che ha travolto le due donne domenica mattina, intorno alle 10, in un cimitero affollato alla vigilia della commemorazione dei defunti. Era una famiglia tranquilla, raccontano in paese, quella degli Attanasio. Padre e madre insegnanti ormai in pensione. La madre, in particolare, viene descritta come una brava maestra, ben voluta dagli alunni e nel paesino. Ida viveva a Tarsia, era arrivata in paese per accompagnare sua madre e porgere un saluto al fratello defunto. Nella casa di San Lorenzo del Vallo resta un uomo distrutto che già da tempo non si dava pace per l’arresto del figlio Francesco, accusato dell’omicidio di Damiano Galizia, personaggio ritenuto dagli investigatori come gravitante in ambienti legati alla criminalità organizzata. Un grosso debito, contratto da Francesco Attanasio, ha scatenato il delitto. Il corpo di Damiano Galizia, scomparso il 26 aprile, venne trovato senza vita in un appartamento di contrada Dattoli a Rende. Attanasio viene arrestato il primo maggio, confessa di avere ucciso Galizia con una Beretta calibro 9, dopo che questi lo avrebbe dileggiato e preso a schiaffi per farsi restitutire i soldi. Per quel figlio finito in galera, il padre non prendeva pace. Quel figlio che si era occupato di turismo, che aveva fatto il giornalista, che si era candidato anni fa come consigliere regionale nelle liste di Callipo, che aveva portato avanti diverse attività, che portava il nome di quel fratello mai conosciuto e morto troppo presto.
LA TOMBA BRUCIATA Il cimitero è blindato. Cancelli chiusi e presidio dei carabinieri. La scena del crimine è presidiata mentre si attende l’arrivo del medico legale. Significa che i due corpi sono ancora a terra, uno davanti alla cappella di famiglia e l’altro più avanti. Quella stessa cappella che, due giorni dopo l’arresto di Francesco Attanasio, era stata incendiata da ignoti, nella notte, con liquido infiammabile. Al cimitero si arriva attraverso una leggera salita, è circondato da uliveti e campi coltivati. Anche qui c’è cura e pulizia. Sul limitare di un uliveto sono state piantate delle rose. È la stradina dove fu trovato scooter dei killer di Gaetano De Marco. In mezzo a tanta cura e tanto decoro cova una carica atomica efferata e sanguinaria.
LA STRAGE DELLE DONNE Le strade di San Lorenzo del Vallo sono curate, pulite. All’ingresso del paese un cartello di benvenuto indica la zona come “località turistica collinare”. La fertile valle dell’Esaro è circodata da campi arati, uliveti e agrumeti. All’ora di pranzo c’è silenzio e deserto, solo qualche fioraio ha le saracinesce ancora alzate. La strada che conduce al cimitero, però, rinverdisce tragici ricordi. C’è la piazzetta nella quale venne ucciso Gaetano De Marco. Era l’aprile del 2011 e De Marco venne trucidato da ignoti che affiancarono la sua auto a bordo di uno scooter. Qualche mese prima, a febbraio, erano state uccise la moglie Rosellina e la figlia Barbara. Anche loro, come Edda e Ida, vennero inseguite e freddate a colpi d’arma da fuoco mentre si trovavano in casa, alle otto di sera. Il figlio maschio, Silas, sopravvisse per miracolo nonostante le gravi ferite. Una figlia maggiore non viveva con loro. Gaetano De Marco, afflitto da problemi con l’alcol, dormiva ubriaco in camera da letto e scampò all’attenzione dei killer. Ma non per molto. Anche i De Marco erano una famiglia di cinque persone. Una famiglia modesta che viveva nelle palazzine popolari di contrada Berliguer.
La strage di San Lorenzo del Vallo venne imputata a una rivalsa per vendicare la morte di Domenico Presta, figlio 21enne del boss di Roggiano, allora latitante, Franco Presta. Il ragazzo era stato ucciso un mese prima dal fratello di Gaetano De Marco che aveva un negozio accanto a quello di Domenico Presta. Difficilissimi i rapporti di vicinato, costellati da liti e aggressioni che il negoziante aveve anche denunciato. All’ennesima provocazione, l’uomo aveva imbracciato un’arma e fatto fuoco, poi era andato a costituirsi. A farne le spese saranno il fratello e le sue familiari. Il corpo della ventenne Barbara, che penzola come un cencio dal balcone di casa, nell’estremo tentativo di salvarsi, è un fantasma che ancora aleggia sul nome del paesino. Per questa strage sono stati condannati in secondo grado Domenico Scarola e Salvatore Francesco Scorza, ritenuti amici del giovane Domenico e vicini alla famiglia Presta.
La strage di San Lorenzo del Vallo venne imputata a una rivalsa per vendicare la morte di Domenico Presta, figlio 21enne del boss di Roggiano, allora latitante, Franco Presta. Il ragazzo era stato ucciso un mese prima dal fratello di Gaetano De Marco che aveva un negozio accanto a quello di Domenico Presta. Difficilissimi i rapporti di vicinato, costellati da liti e aggressioni che il negoziante aveve anche denunciato. All’ennesima provocazione, l’uomo aveva imbracciato un’arma e fatto fuoco, poi era andato a costituirsi. A farne le spese saranno il fratello e le sue familiari. Il corpo della ventenne Barbara, che penzola come un cencio dal balcone di casa, nell’estremo tentativo di salvarsi, è un fantasma che ancora aleggia sul nome del paesino. Per questa strage sono stati condannati in secondo grado Domenico Scarola e Salvatore Francesco Scorza, ritenuti amici del giovane Domenico e vicini alla famiglia Presta.
DOMANI RIUNIONE DEL COMITATO DI SICUREZZA Il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Cosenza è stato convocato per domattina dal prefetto Gianfranco Tomao per un esame della situazione della sicurezza alla luce del duplice omicidio compiuto stamani a San Lorenzo del Vallo. All'incontro parteciperanno i vertici delle forze dell'ordine e dell'autorità giudiziaria.
PERQUISITA LA CASA DELLA VITTIMA Nei giorni scorsi, investigatori della squadra mobile di Cosenza erano andati a perquisire l'abitazione di Edda Costabile, la donna uccisa stamani insieme alla figlia nel cimitero di San Lorenzo del Vallo. Secondo quanto si è appreso, la perquisizione della polizia potrebbe essere stata fatta nell'ambito delle indagini sul ritrovamento di un arsenale a Rende avvenuto nell'aprile scorso. Era stato il figlio della donna, Francesco Attanasio, ad indirizzare gli agenti verso un box all'interno del quale erano state poi trovate le armi. Il box era in uso a Damiano Garizia che fu ucciso dallo stesso Attanasio in quegli stessi giorni a causa - ha detto Attanasio agli investigatori confessando - di un credito vantato da Garizia e che questi voleva incassare.
Alessia Truzzolillo
redazione@corrierecal.it
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