
Mimmo Lucano non è simpatico, non usa parole forbite, che forse nemmeno le conosce.
E’ rude fino alla scortesia e quando ha qualcosa da fare, sempre, nemmeno ti risponde; sibila parole che potrebbero anche voler dire “vattene a quel paese”. Per lui, per certi versi, si potrebbe dire ciò che si è detto di Mennea, che sovvertiva le regole della fisica, andando a una velocita che per la sua struttura, secondo scienza, non avrebbe potuto raggiungere.
Il Curdo sovverte le regole della politica, del galateo e persino dell’estetica: comunica, è simpatico, e magari risulta anche bello. E’ la risposta migliore ai tanti furbi e ai molti fessi che hanno urlato al mondo che le ideologie erano finite.
Uguale a se stesso, con le stesse idee di sempre, un residuato ideologico eppure un ideologo ultramoderno. Un uomo dall’altezza vertiginosa se rapportata alla millimetrica altura dei politici che gli stanno intorno. E la sua posizione nella classifica di Fortune può valere nulla o tanto. Se quello che fa viene nascosto, il Curdo non ha nessun potere. Se ciò che ha fatto, e sta facendo, arriva agli occhi e alle orecchie di tutti, il suo potere può essere dirompente in Calabria.
Una mina in un sistema di potere secolare. E mentre tutti, da destra a sinistra, corrono al centro, e le estreme si moderano; lui resta lì, dove è sempre stato, in un’anarchia che rifiuta le gerarchie del potere e in un comunismo che è servire il popolo. Alla faccia di ogni trasformismo irride tutti quelli che hanno rinnegato le idee, perché le sue le realizza nel posto limitato che è riuscito a strappare alla politica delle chiacchiere. Ed è inutile rincorrerlo, mettere un cappello sopra le cose che fa, lui va così di prescia che i cappelli li fa volare in aria, e con quell’aria da messicano che ha è pure capace di sforacchiarli a revolverate.
Il suo potere sta là, non nell’essere contro il sistema, ma nel proporre un sistema alternativo, che è quello che tutti hanno abbandonato: fare il bene comune e considerare tutti uguali. Ed eccolo qua che alla faccia di liberisti, privatisti, qualunquisti e ogni specie di isti, trivella la terra e invece del petrolio tira fuori l’acqua. Un’acqua che stava sotto Riace da quaranta milioni di anni, e la dà a tutti, a gratis pure. All’asciutto lascia un’intera classe politica e dirigente calabrese, che non è stata in grado di dare acqua al popolo ed è messa a nudo, nelle proprie responsabilità, dal Curdo che mostra una strada da percorrere, e dimostra che le idee e le bandiere, quando sono buone non vanno ammainate.
fonte:Gioacchino Criaco per inAspromonte.it
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