martedì 18 aprile 2017

PROCESSIONI SHOCK IN CALABRIA E SICILIA: A VIBO SI ROMPE LA STATUA DELLA MADONNA A ENNA SI ROMPE IL CROCEFISSO


Riti della settimana santa finiti in tragedia( almeno per i credenti) a Pizzoni, in provincia di Vibo Valentia ed a Barrafranca in provincia di Enna.
Nel primo caso, come documentano le immagini,  durante la tradizionale Affruntata della domenica di Pasqua, forse per uno scossone di troppo o forse per la vetustá, l´antica statua della Madonna si é spezzata in due provocando sconcerto ed emozione tra le centinaia di persone che erano accorse per assistere al rito.  In molti hanno interpretato l´episodio come un cattivo presagio.






E di cattivo presagio si parla anche a Barrafranca, cittadina in provincia di enna, dove nel corso della processione del venerdí santo, il Crocefisso, la Spera come viene chiamata in dialetto siciliano, ha urtato un cavo telefonico e si é spezzato in due. Ma piú che di cattivo presagio, qui la colpa é tutta degli uomini che seguivano, come traditione, la vara. Secondo la tradizione, infatti, i migliori auspici arrivano solo se durante la processione si sta sotto il " fercolo ". " In quel punto, ha commentato il sindaco, tutti volevano stare sotto e il fercolo, tornando indietro, ha colpito il cavo nel punto piú basso ".






A questo punto a noi non rimane che tranquillizzare gli abitanti di Pizzoni e Barrafranca nonché tutti voi che ci leggete sparsi per il mondo, dicendo che episodi del genere si ripetono quasi tutti gli anni senza che nei posti dove il fatto é avvenuto siano successe delle tragedie.
Concludiamo questa rubrica dedicata ai riti della settimana santa con un video registrato a Sulmona, in provincia dell´Aquila, dove si celebra una processione del venerdí santo veramente unica e spettacolare.


sabato 15 aprile 2017

" A FFRUNTATA " DELLA DOMENICA DI PASQUA






L'affruntata (incontro in calabrese) è una rappresentazione religiosa che si tiene nei comuni delle province di Reggio CalabriaVibo Valentia e nella parte meridionale della provincia di Catanzaro, dove è conosciuta anche con il nome di Cunfrunta, nel periodo di Pasqua. È di carattere prettamente popolare, con origini pagane.
La manifestazione si svolge per le strade e nelle piazze dei comuni, dove tre statue (raffiguranti Maria AddolorataGesù e san Giovanni) vengono trasportate a spalla, da quattro portatori per statua, per simboleggiare l'incontro dopo la resurrezione di Cristo. Essa viene preparata e provata a lungo in precedenza.
L'affruntata è inscenata anche in altri comuni d'Italia e all'estero, ad esempio a Toronto in Canada, dove le comunità di emigrati hanno deciso di mantenere le tradizioni dei paesi d'origine.
Nel filmato che abbiamo scelto per voi vedremo A ffruntata dello scorso anno a Bagnara Calabra.
Altre importanti celebrazioni sará possibile vederle a Rizziconi, Cinquefrondi, Bovalino, Cittanova,San Giorgio Morgeto, Siderno e Giffone in provincia di Reggio Calabria; 
Vibo Valentia,Pizzo Calabro,Briatico,Sant´Onofrio e Stefanaconi in provincia di Vibo;

Soverato, Guardavalle e Chiaravalle in provincia di Catanzaro.


" QUI C´É UNA MAMMA CHE PIANGE SUO FIGLIO UCCISO " - IL MONITO DEL COLONNELLO SCAFURI IN CHIESA








Alzando sull’altare come bandiera di battaglia la foto di un brigadiere assassinato, non ha sfidato solo la ’ndrangheta, che sarebbe cosa normale per un colonnello dei carabinieri. No, l’altra mattina Giancarlo Scafuri, comandante provinciale dell’Arma a Reggio Calabria, ha sferzato l’ignavia della cosiddetta società civile, di quei bravi cittadini che la ’ndrangheta nemmeno la nominano e, per quieto vivere, chinano sempre il capo. «Non abbiate paura di dirla, questa parola, ’ndrangheta: oggi qui non l’ha detta nessuno, caro don Aldo!», ha tuonato il colonnello, lanciando un’occhiata al cappellano militare che aveva appena concluso l’omelia nella chiesa Matrice di Cittanova, ai piedi dell’Aspromonte. «E insegnatelo ai ragazzi, cos’è la ’ndrangheta: un tumore maligno!».

......Lo sapeva benissimo Rosario Iozia, ucciso dai mafiosi a 25 anni, il 10 aprile 1987: il brigadiere che, trent’anni dopo, è stato commemorato a Cittanova l’altra mattina. Comandante della squadriglia antisequestri, non era neppure in servizio quando si mise a inseguire latitanti in fuga che reagirono freddandolo con due colpi di lupara. La sua foto di eroe ragazzino era dunque l’altro ieri sull’altare della chiesa Matrice, davanti a mamma Anna e ai parenti, a sindaci e politici della provincia, e soprattutto davanti agli studenti di Cittanova venuti in massa coi loro professori. Scelta civile assai opportuna, questa, ma forse mortificata dal silenzio su quella parola maledetta: ’ndrangheta......

Goffredo Buccini corriere.it




venerdì 14 aprile 2017

DA QUARANTANO DI OPPIDO IL NUOVO MESSAGGIO DELLA " MADONNA " A TERESA SCOPELLITI




Ancora tanta gente in contrada Quarantano di Oppido per la  presunta apparizione della Madonna a Teresa Scopelliti datata 13 aprile 2017.
Sono ormai piú di due anni che molti fedeli si riuniscono in questo luogo quasi disabitato per pregare e ascoltare il messaggio che puntualmente, il 13 di ogni mese, la veggente di Reggio Calabria asserisce di ricevere dalla bocca della madre di Cristo.
Mamertinawebtv vi ripropone come sempre i riflessi filmati come puro fatto di cronaca e lascia ad ognuno di voi il compito di giudicare.

giovedì 13 aprile 2017

IL CARACOLO DEL SABATO SANTO A CAULONIA









Il Caracolo (parola forse derivante dal termine arabo karhara, che indica il girare o il ruotare), si svolge a Caulonia(RC) dopo tanti giorni di preghiera intensa, il sabato santo, ed esso ricorda la processione tipica della Murcia, una delle diciassette comunità autonome della Spagna, posizionata nella parte sud-orientale della nazione, tra Andalusia e Valencia, sulla costa del Mar Meditarreneo. In effetti, così come accade in Spagna, anche a Caulonia, in una strana atmosfera di cupo raccoglimento, per le vie cittadine, si snoda un’originale processione. Le due (nella Murcia ce ne sono molte di più)  arciconfraternite di Caulonia, con i propri confratelli vestiti di saio bianco e incappucciati, con una corona di spine sul capo, si incontrano in una zona del paese, "U  Buveri", dalla quale unitamente si dipartono per percorrere le principali vie di Caulonia, accompagnate da una folla mesta ed orante, a lume di fiaccole al vento. «Questa processione, consiste in un’attenta meditazione sulla Passione di Gesù Cristo e le statue che solennemente vengono portate in "giro" per il paese raffigurano gli ultimi momenti della vita terrena del figlio di Dio – ha spiegato il parroco cittadino, – tant’è che il Cristo all'orto, il Cristo alla colonna, l'Ecce Homo, il Cristo carico della croce, il Crocifisso, il Cristo deposto dalla croce, la Vergine Addolorata e San Giovanni, sono le figure emblematiche del Caracolo». Dopo una lunga sfilata, il corteo giunge a piazza Mese, su cui si affaccia la sua meta, la chiesa Matrice, centro del culto locale. L'attraversamento di piazza Mese richiede circa un’ora e dà luogo ad una serpentina, scandita e programmata, alla quale prendono parte, preceduti dalla banda, statue, fedeli, confratelli aste, stendardi, croci e pennoni. Dopo l'ingresso in chiesa, il corteo si ricompone nella piazza, riattraversa una parte del paese ed, arrivato in via Vincenzo Niutta (il Ministro dell’epoca Cavour che proclamò l’unità d’Italia), si divide riformando i due gruppi che all'inizio l'avevano composto, ognuno dei quali fa ritorno alla rispettiva confraternita.

fonte la riviera.it





mercoledì 12 aprile 2017

I RITI DELLA SETTIMANA SANTA : LA PROCESSIONE DELLE VARETTE A CITTANOVA, SCILLA, AMANTEA E CASSANO




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A Cassano si snoda dalla Cattedrale per le vie del paese la suggestiva processione della " Varette ".

Azione culminante di tutta la ritualità che segna la Settimana Santa a Cassano Ionio in Calabria è la Processione dei misteri, che si snoda il Venerdì Santo, con un lungo e tortuoso percorso per le strade dell'antico centro storico, dalle nove del mattino alle sette di sera.
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Cassano: processione delle Varette

A Cittanova la processione si caratterizza dalla portata a spalla delle “varette” che rappresentano i momenti più significativi della morte e del sacrificio di Gesù Cristo. E’una processione ricca di devozione che coinvolge tutto il territorio pianigiano. Si contano moltissimi “ attori”, dai bambini vestiti in mini abito talare, ai ragazzi, agli adulti che appunto trasportano le sculture.
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Varette di Cittanova

 Le bellissime statue in legno meglio conosciute appunto come “varette” sono opera degli scultori napoletani Francesco e Vincenzo Biangardi che li hanno scolpiti tra il 1865 ed il 1895. Gia nel 1866 il Biangardi consegna i primi quattro gruppi di statue che sono “Cristo all’orto” o “L’orazione nell’orto”, “Cristo alla colonna” o la “Flagellazione”, “Cristo che cade sotto la croce” o “La caduta” e la “Coronazione di spine”.Contemporaneamente gli viene commissionata la “Statua della Pietà”, lavorata su legno di tiglio, esemplare sintesi di pacato dolore contemplativo. Negli anni successivi il Biangardi realizza, su commissione dei vari Priori dell’epoca, la “Statua della Maddalena”, il gruppo della “Deposizione dalla croce”, il gruppo della “Desolata”, “Il Calvario”, il gruppo ”Ecce homo, la Vergine e San Giovanni” e quindi nel 1895 “L’Addolorata”.

Immagine correlata
Cittanova: La Pietá


Ad Amantea  si snoda la processione dei Misteri . Una processione che scende indietro nel tempo per secoli e secoli.
Una tradizione che si ripete nel tempo e racconta di una storia millenaria che  appartiene  a tutti, senza distinzione di sesso, di età, di fede, anche se qualcuno vi assiste dal balcone e qualcuno ne è ancora più lontano.
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Varette di Amantea
E’ la Amantea della gente perbene, che è felice di incontrarsi anno dopo anno in quello che è il momento più intenso della espressività cittadina.
E’ la processione del venerdì santo, la processione delle Varette( le piccole bare), quella alla quale partecipano in tanti e qualcuno ritorna da lontano, anche da molto lontano per poterla vivere intensamente .
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Varette di Amantea
Insieme ai canti delle singole statue, alcuni bellissimi ed antichissimi come lo Stabat Mater ed il Miserere , le diverse divise delle varie confraternite, i più antichi momenti di solidarietà nella città.


Una delle più belle e commoventi tradizioni legate alla Settimana Santa a Scilla é costituita dalla processione delle cosiddette Varette , ossia delle opere scultoree raffiguranti i Misteri Dolorosi del Santo Rosario. La processione  inizia alle primissime ore del pomeriggio del Venerdì Santo, iniziando il suo percorso dalla chiesa di san Rocco e proseguendo per i vicoli di Chianalea, per Marina Grande (i più anziani raccontano che quando ancora non esisteva il lungomare la processione si snoda per le viuzze del rione Spirito Santo che per la loro strettezza consentono il passaggio della statua raffigurante Cristo in Croce, solo se sprovvista di stanghe e trasportata di traverso), arrivando sino a Punta Pacì, luogo rappresentante il Monte Calvario dove, fino a non molti anni fa, esistevano tre Croci ,quella del Cristo al centro, e quelle dei due ladroni ai lati. La processione un tempo si apriva con un crocifisso portato a cambio da due persone (erano suocero e genero) che indossavano un camice bianco ed una mantellina di colore viola. 
Varette di scilla anni 50



martedì 11 aprile 2017

I RITI DELLA SETTIMANA SANTA : LA "NACA" DI CATANZARO

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Tra i riti Pasquali in Calabria più significativi, non possiamo non parlare della Processione della Naca di Catanzaro. Per chi non lo sapesse, il termine Naca deriva dal greco, naché e significa Culla. L’appuntamento è sempre per il Venerdì Santo, nel tardo pomeriggio, quando inizia la Passione di Cristo. Si parte da una delle chiese del Centro Storico di Catanzaro, quindi potrebbe trattarsi della Chiesa dell’Immacolata, del Rosario, del Carmine o di San Giovanni).
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Al Rito della Processione della Naca partecipano tutti i fedeli appartenenti alle quattro parrocchie con i relativi emblemi o gonfaloni. Seguono la processione, i portatori della croce, seguiti in ordine da vari gruppi religiosi, il vescovo e poi la statua del Cristo Morto poggiata sulla cosiddetta Naca, trasportata a spalla dai fedeli.  La Naca viene ornata e decorata con diversi oggetti simboli che vengono apposti dai “sagristi o paratori”. Degli angioletti di cartapesta posti intorno alla Naca sorreggono i simboli della passione, dal calice, ai chiodi e al martello. Segue poi la Vergine Addolorata, vestita con un abito nero e un cuore trafitto da 7 spade che rappresentano i sette dolori della Madre di Cristo.Risultati immagini per naca catanzaro 2015
                                         VIDEO

lunedì 10 aprile 2017

I RITI DELLA SETTIMANA SANTA: IL SANGUE DEI " VATTIENTI " DI NOCERA TERINESE



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Ad ogni autoflagellazione perdono quasi "una sacca di sangue" ma quando si percuotono con le "lanze" - tredici punte di vetro infilate nel sughero - si sentono più vicini a Gesù. Il loro sangue in segno di penitenza. Sono i "Vattienti", fieri autoflagellanti che la sera del Venerdì Santo e nell'intera giornata del seguente Sabato Santo, dal 1300, si flagellano con un rito forte e di grandi simbologie famoso in tutto il mondo. «Perdiamo quasi una sacca di sangue ogni volta, circa 400 ml, non siamo nè matti nè masochisti. È una cosa che abbiamo nell'anima e che ci avvicina a Gesù Cristo», afferma all'Adnkronos V.C., di Nocera Terinese, paesino della provincia di Catanzaro, zoccolo duro di questo rito pasquale di penitenza ed espiazione dei peccati. V. C. viene da una famiglia di "Vattienti" doc e si è flagellato fino allo scorso anno. «Ho fatto il "Vattiente" fino al 2016 per voto. Per tredici anni - spiega -. Tredici come le lanze che ho utilizzato per flagellarmi, le tredici punte di vetro che rappresentano Gesù, gli Apostoli e Giuda». V.C. non nasconde il dolore che si prova durante l'autoflagellazione: «Quando mi flagello sento naturalmente un grande dolore ma mi annullo. È come se non sentissi più nulla intorno a me. E una settimana prima le gambe cominciano ad avere una reazione strana, cominciano a "scricchiolare"».
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Un rito impressionante e cruento dove sgorga tanto sangue che in passato ha registrato veti e scontri soprattutto con la Chiesa e le autorità laiche locali. In passato, ricorda Franco Ferlaino, cultore di etnologia al dipartimento di Filologia della facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università della Calabria, autore di un saggio sul rito "Vattienti. Osservazione e riplasmazione di una ritualità tradizionale", intervenne anche un plotone di celerini per impedire l'uscita dei flagellanti. Gli zii di V.C. vennero portati in caserma mentre stavano svolgendo il rito. Ma le autorità non avevano fatto i conti con un generale dell'Arma che in passato nel rito dei "Vattienti" aveva fatto l'"Ecce Homo" (rappresenta Gesù, ed è legato al Vattiente con una cordicella, che dopo la flagellazione è portato da Pilato davanti al popolo per essere giudicato). «Il generale - ricorda V.C. - quel giorno stava andando via in elicottero ma, vista dall'alto la scena, si precipitò di corsa in piazza e rivolgendosi ai carabinieri disse loro: "Guai a voi, i Vattienti non si toccano"». 
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Da allora le cose sono andate più lisce per il rito con il quale si chiede a Dio di allontanare calamità e guerre. I "Vattienti" hanno avuto anche l'autorevole riconoscimento di un cardinale, Ersilio Tonini che, in una trasmissione televisiva, dichiarò: «Anche la flagellazione non è autopunizione ma è quasi voler partecipare alla passione del Signore, un desiderio profondo di dire: "Tu hai fatto questo per me, io faccio questo per te"». Ad ogni inizio di marzo, nelle botteghe dei mastri operai c'è gran fermento per preparare gli attrezzi della flagellazione e tutto ciò che serve al rito. «Ognuno dà una mano - spiega V.C. -, chi prepara il "cardo" (l'attrezzo con le tredici punte di vetro), chi la "rosa" (il sughero liscio che serve per pulire la gamba al termine della flagellazione), chi leviga con la raspa. Anche le donne hanno il loro daffare nel preparare i piatti con ceci e lenticchie come segno della vita che germoglia».
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In alcune zone del paese si allestisce il sepolcro dove viene poi fatta transitare la Madonna Addolorata, una gigantesca statua in legno di pero selvatico di cinque quintali. «La processione - racconta ancora V.C. - è lunghissima: inizia alle 20.30 e si arriva sino alla mezzanotte. Con i "Vattienti" che si percuotono e poi si inginocchiano in preghiera davanti alla Madonna».
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 Al termine della processione ci sono le ferite da medicare: «Mettiamo a bollire il rosmarino per curare le ferite - spiega V.C. -. Poi passiamo sopra la "rosa" pratica piuttosto dolorosa. Quindi si versa sopra una tanica di vino che contribuisce a lavare la gamba, e che simbolicamente rappresenta l'aceto che viene dato a Gesù sulla croce». «I Vattienti - ragguaglia ancora l'etnologo Ferlaino - appartengono a tutti i ceti sociali: ci sono operai, professionisti, giovani universitari, anche anziani. L'autoflagellazione si fa per un motivo devozionale; per fare rivivere la memoria degli antenati nel presente o per una ricerca d'indentità attraverso le proprie radici». Proprio ritornando alle proprie radici, un neurochirurgo nato in Argentina ma con i genitori di Nocera Terinese, scoperta una brutta malattia, poi guarita, ogni Pasqua si mette sull'aereo per la Calabria e diventa "Vattiente".
fonte:corrieredellacalabria.it