domenica 5 febbraio 2017

5 FEBBRAIO1783 " IL GRANDE FLAGELLO " COLPISCE LA CALABRIA


Risultati immagini per terremoto 1783


Calabria Ultra, 5 febbraio 1783, alle 19 e 15, ora di Napoli, si verifica una fortissima scossa di terremoto. Dura due minuti (secondo Michele Torcia 3). Poiché nel Napoletano, le ore della giornata cominciano a contarsi dalla sera, dall’ora del vespro, per ore 19 e 15 va inteso un orario intorno a mezzogiorno. L’epicentro della scossa è nello Stato di Oppido, ma si tratta di una attribuzione imprecisa, anche se sufficiente ai fini del discorso che andiamo a fare e che riguarda la rivoluzione sanfedista. La scossa è stimata intorno al grado 11 della scala Mercalli.
Particolare dimenticato: più comuni intorno a una città costituiscono, al tempo, uno Stato e si amministrano, su molte questioni, con un Palamento in cui vengono eletti i più autorevoli capifamiglia di tutte le classi. Questi Parlamenti sono un antico retaggio della dominazione dei Normanni, i quali avevano ereditato e istituzionalizzato le strutture informali bizantine dette Fratrie.
Calabria Ultra, 6 febbraio, ore 0.20. Seconda fortissima scossa a sud di Scilla. Grado 9 della scala Mercalli. Terza scossa con epicentro nei pressi di Gerocarne, 7 febbraio, ore 13.10, grado 10. Quarta scossa a Nord di Pizzo Calabro, 1 marzo, ore 1.40, grado 9. Quinta scossa a sud di Squillace, 28 marzo, ore 18.55, grado 10. Queste le cinque principali scosse.
Risultati immagini per oppido mamertina
Oppido Vecchia Ruderi del castello
È il peggior terremoto mai verificatesi in Occidente. Si narra di un terremoto altrettanto grave, in Asia Minore (Asia senatoriale), il 19 d.C. al tempo di Tiberio, che aveva provocato la morte di 200.000 persone. Niente di paragonabile dopo.
A proposito di questo terremoto, Seneca aveva commentato: “I porti ci riparano dalle tempeste; i tetti ci proteggono dalla violenza dei temporali e delle piogge continue; l’incendio non insegue i fuggitivi; le cave e le grotte profondamente scavate sono un rifugio contro i tuoni e i lampi del cielo; contro la peste si cambia di residenza. Non esiste alcun pericolo l riparo dal quale non ci si possa trovare un rifugio. Ma il flagello del terremoto si estende a una distanza considerevole; esso è immenso, subitaneo e inevitabile. Non è solo un effetto, una casa, una famiglia, una città, che esso divora, sono delle nazioni intere che colpisce; è tutta la superficie di un paese che sconvolge” (citato da Lenormant 1961, vol. III, pp. 351-2).
Risultati immagini per oppido mamertina
Oppido vecchia Resti della Cattedrale
Nel 1783, tutte le città furono rase al suolo da Reggio a Catanzaro e le coltivazioni furono stravolte per sommovimenti delle terre. Giovanni Vivenzio pubblica, in pochi mesi, quello che oggi si chiamerebbe instant book (Istoria e teoria de’ tremuoti in generale e in particolare di quelli della Calabria e di Messina del MDCCLXXXIII) dove si legge: “In molti luoghi si profondò il terreno, furono le colline intere trasportate con moto orizzontale, e saltarono dal basso in alto i letti de’ fiumi, e pezzi di terra con alberi, e case di campagna”.
Risultati immagini per oppido mamertina
Oppido vecchia Ingresso Porta Sud
Scrive di uomini aggrappati a una vite che viaggiano per miglia o di agrumeti che finiscono su un podere più in alto o vanno dall’atra parte del vallone. Le sue incredibili osservazioni sono, tuttavia, confermate dalla commissione ufficiale guidata da Michele Sarconi, segretario generale della Reale Accademia delle Scienze e delle Belle Arti di Lettere. Nella Istoria de’ fenomeni del tremoto avvenuto nelle Calabrie, e nel Valdemone nell’anno 1783, si legge: “Vi fu lo sbassamento; vi fu l’elevazione: vi fu lo sbalzo, non solo dalle vie superiori alle inferiori, ma ben anche dalle parti più basse alle supreme;” (Sarconi 1784, p. 308).  “v’erano ancora alcuni pezzi di terreno … i quali altro cangiamento non avean sofferto, se non che il danno di essere stati invasi dalle ruine de’ siti contermini, i quali schiantati dalla loro sede, erano piombati su i medesimi, o in massi spogliati di alberi, o in ammassi uniti agli alberi stessi, che vi si conteneano” (Sarconi 1784, p. 309).
Immagine correlata
Tropea Prima del terremoto
Perché parlare del terremoto in Calabria del 1783? Perché fu un terremoto tremendo, al punto da essere definito “Grande Flagello” e da avere interamente distrutto metà della Calabria e parte della città di Messina. Un terremoto di queste dimensioni che, si dice, non ha avuto l’uguale nella storia (a parte un terremoto in Cina al tempo di Tacito o poco prima) provoca una tabula rasa sia dal punto di vista sociale che economico.
Risultati immagini per oppido mamertina
Oppido prima del terremoto
Perché parlare del terremoto in Calabria del 1783? Perché fu un terremoto tremendo, al punto da essere definito “Grande Flagello” e da avere interamente distrutto metà della Calabria e parte della città di Messina. Un terremoto di queste dimensioni che, si dice, non ha avuto l’uguale nella storia (a parte un terremoto in Asia Minore al tempo dell’antica Roma) provoca una tabula rasa sia dal punto di vista sociale che economico.
La conseguenza principale del Grande Flagello è stata quella di avere trasformato una società solida, cioè rigida, con confini interni, sia orizzontali sia verticali, invalicabili, in una società completamente liquida e aperta a una totale pianificazione. La distruzione operata rendeva possibile di ricominciare da zero e di pianificare come se davanti a sé ci fosse solo un foglio bianco. Questo dava una grande libertà di pianificazione e una altrettanto grande possibilità di errore.
Pino Gangemi per InAspromonte
Per saperne di piú
PER VEDERE TUTTI I FILE DESCRITTIVI, I MORTI, ECC., CLICCA:
https://www.facebook.com/groups/590700037625566/files/

Nessun commento:

Posta un commento